venerdì 16 ottobre 2015


Recensione: Lo strano caso dell'apprendista libraia. 
Editore collana: Garzanti
Prezzo:  Cartaceo  16,40 E-Book 7, 99.
Pagine:  360  
Genere:  drammatico, romantico.


Sinossi:


Esme ama ogni angolo di New York, e soprattutto quello che considera il suo posto speciale: La Civetta, una piccola libreria nell'Upper West Side. Un luogo magico in cui si narra che Pynchon ami passare i pomeriggi d'inverno e che nasconde insoliti tesori, come una prima edizione del Vecchio e il mare di Hemingway. Ed è lì che il destino decide di sorriderle quando sulla vetrina vede appeso un cartello: cercasi libraia. È l'occasione che aspettava, il lavoro di cui ha tanto bisogno. Perché a soli ventitré anni è incinta e non sa cosa fare: il fidanzato Mitchell l'ha lasciata prima che potesse parlargli del bambino. Ma Esme non ha nessuna idea di come funzioni una libreria. Per fortuna ad aiutarla ci sono i suoi curiosi colleghi.  E proprio quando Esme riesce di nuovo a guardare al futuro con fiducia, la vita la sorprende ancora: Mitchell viene a sapere del bambino e vuole tornare con lei. Esme si trova davanti a un bivio: non sa più se è quello che vuole davvero...


Recensione:


Il titolo è uno dei punti forti a mio modesto parere, perché attira il lettore senza troppa fatica. Io l’ho letto senza leggere nemmeno la trama, ma solo invogliata da copertina e titolo, e non ho nessun rimpianto.
Esme, la protagonista che racconta la sua storia, è una giovane inglese che vive e studia in una New York molto frenetica e piena di eventi. La sua vita scorre normale, e si frequenta con un ragazzo molto rigido e rispettoso delle regole, solo in apparenza, credetemi! Tutto fila liscio, quando   Esme scopre che c’è una piccola vita che cresce dentro di lei, e da lì la sua vita cambia completamente. E tutti gli eventi la porteranno a lavorare in una strana e deliziosa libreria dell’usato, dove stringerà amicizie di ogni tipo.
Ciò che ho amato di questa storia è che il finale non è assolutamente prevedibile! L’autrice è abilissima a far bocciare l’idea che il lettore si crea, ed tutta suspense. L’atmosfera che crea pagina dopo pagina, è la stessa che si prova in un viaggio.  L’unica pecca è che la Meyler descrive i personaggi molto superficialmente. Più che dettagli, lei delinea sfumature caratteriali che posso variare da lettore a lettore. 

Una storia deliziosa e matura, con riflessioni e paure molto odierne. Lo stile è trasparente e ben delineato. Consigliato per chi ama perdersi tra vecchi libri e oggetti pieni di passato e storie collegate, senza aspettarsi il classico finale.

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